Il locale “Bevi con Mosca” di Andrea Mosca e le proposta dello chef Antonio Colasanto raccontati da Giusy Trimboli



Ci sono esperienze che non si vivono. Si sognano, si respirano, si ascoltano e si assaporano. La serata “pizza & wine” è stata una di quelle, un piccolo universo di coccole e meraviglie (me compresa hihihi).. ehm ehm… dove – aprite bene tutti i sensi – i confini tra gusto, convivialitá e intimità si sono dissolti.
La magia che mi sono regalata si è aperta con un’immagine a tre livelli: il vulcano, l’escursione termica e una vista mare che sembrava rubata a un dipinto. La montanara classica è arrivata fragrante e avvolgente e, a pulire il palato, il Firriato Gaudensius Blanc de Noir ha danzato tra sapidità e bollicine eleganti, lasciandomi sospesa tra la terra e il cielo.



Poi, il mio viaggio è continuato in Veneto, ma sempre con il vulcano nel cuore. La freschezza dell’Inama Vulcaia 2023 ha rievocato il fascino di un fumé della Loira e, sotto la Cupola di Novara, in un freddo gennaio, la stracciatella alla menta ha trovato il suo amore eterno nella pizza al grano arso, con bisque e battuta di gambero blu della Nuova Caledonia. Una carezza marina, una poesia in punta di dita. Fino alle stelle.
E poi ancora, la mineralitá potente di una pizza con ragù di seppie nostrane e fonduta di Parmigiano 24 mesi. Qui, e ora, il Michele Chiarlo Fornaci Gavi 2019 ha compiuto un piccolo miracolo (.. San Gaudenzio, con tutto il rispetto): ogni boccone era come trovarsi in una pasticceria affacciata sul mare, nelle mani una rosa, un viaggio nell’equilibrio perfetto. Tutto può succedere.



Sono tornata poi in Sicilia, nel cuore di (vicini di) casa. Il Pietradolce Etna Rosso 2022, il nebbiolo del Sud, con la sua austeritá tannica ha incontrato la complessità della pizza allo zafferano, arricchita da ossobuco sfilacciato e polvere di gremolada. È stato un dialogo tra caratteri forti (lo dici a me che sono del segno del Leone?!?), un incontro di terra e fuoco che mi ha lasciata senza parole.
E infine, il mio primo volo oltreoceano, in Australia (certo, saluti ai miei parenti, che ahimè ancora non conosco). Ma torniamo al Penfolds Koonunga Hill 2021, avvolgente e strutturato: è stato il compagno perfetto per una passeggiata serale fatta di sapori intensi. Cacao, caffè, frutta rossa e tabacco mi hanno tenuta per mano mentre il formaggio di capra, con nocciola e Machetto, e (che vuoi..) un pizzico di tartufo, giocava sul mio palato come una sinfonia.

E poi, il gran finale: un bombolone al gianduia. Un’esplosione di dolcezza, l’ultima carezza prima di tornare al mondo reale, ma sempre con il cuore appagato e i sensi vibranti.
Questa serata mi ha ricordato che il cibo è emozione. È racconto, è vita. Con la pizza e quella luce soffusa che accarezzava ogni mobile e volto intorno a me, ho ritrovato il senso più puro della convivialitá. Non solo una cena, ma un viaggio da ricordare.
