Importanza della trasparenza nella Pubblica Amministrazione con intelligenza artificiale e controllo umano indispensabili
La Giornata della Trasparenza è sempre stata un momento di confronto prezioso, utile a valorizzare l’importanza della ricerca applicata. In questo contesto, l’intelligenza artificiale emerge come uno strumento attuale per supportare la Pubblica Amministrazione (P.A.) e offre numerosi spunti di riflessione.
L’utilità dell’intelligenza artificiale per la Pubblica Amministrazione si lega strettamente al fattore tempo, poiché permette di accelerare l’azione amministrativa, altrimenti rallentata dall’eccessiva burocrazia. Tuttavia, questa tecnologia solleva una riflessione cruciale: il controllo umano rimane indispensabile. Le banche dati, ad esempio, forniscono alla P.A. la possibilità di rispondere rapidamente alle richieste, come nelle verifiche in materia di antiriciclaggio per identificare il titolare effettivo, ma non possono prescindere dall’intervento umano.
Anche nel contesto di verifica delle imprese che interagiscono con la P.A., il controllo umano non può essere sostituito, soprattutto nelle ispezioni. Molte imprese hanno integrato l’intelligenza artificiale per analizzare dati, automatizzare processi o assistere i clienti, ma l’aspetto ispettivo richiede sempre il contributo umano. L’art. 3 bis della legge n. 241/1990 apre all’uso della telematica nei processi amministrativi, pur ribadendo che il momento decisionale spetta al funzionario. Per esempio, il responsabile del procedimento e l’organo competente, come il dirigente, mantengono l’autorità di valutazione.
Limiti dell’intelligenza artificiale nell’ambito penale
Nell’ambito decisionale penale, l’uso dell’intelligenza artificiale incontra ulteriori limiti normativi. L’art. 101 della Costituzione stabilisce che i giudici devono rispondere solo alla legge, escludendo l’affidamento a un algoritmo. Anche l’art. 111 richiede una motivazione dettagliata per ogni provvedimento penale, una prerogativa in cui l’intelligenza artificiale non può intervenire con discrezionalità.
Il tema dell’intelligenza artificiale solleva inoltre importanti riflessioni sulla trasparenza e il rispetto della privacy. Le fonti utilizzate dai dipendenti pubblici devono rimanere accessibili a tutti, e la normativa sulla privacy richiede regolamenti adeguati e una formazione continua per garantire che queste esigenze vengano rispettate.
La conclusione condivisa è chiara: la risorsa umana resta indispensabile per garantire efficacia e giustizia nell’azione amministrativa e giuridica.
Gli interventi della giornata presso l’Università di Pavia
La giornata del 19 settembre, organizzata presso l’Aula del Quattrocento dell’Università di Pavia, ha visto la partecipazione di numerosi esperti e figure istituzionali di rilievo, tra cui: Francesco Svelto (Rettore dell’Università di Pavia), Francesca De Carlini (Prefetto di Pavia), Giuseppe Busia (Presidente ANAC), Nicola Falvella (Questore di Pavia), Marco Iseglio (Comandante Provinciale dei Carabinieri di Pavia), Ugo Poggi (Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pavia), Flaviano Crocco (Comandante Polizia Locale di Pavia), Elena Federici (Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Pavia) e Davide Barbieri (dirigente e RPCT Università di Pavia).
Hanno preso parola anche Silvia Figini (docente di Statistica economica dell’Università di Pavia), Elena Ballante (ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia), Federico Faroldi (docente di Informatica e Logica giuridica dell’Università di Pavia), Manuela Stefania Merli (Group Compliance Anti Financial Crime – Unicredit S.p.A.), Raffaella Procaccini (avvocato cassazionista e componente del Comitato Scientifico di Fondazione Romagnosi) e Giuseppe Dezzani (perito del Tribunale di Torino).
A cura di Mario Altomura
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