Problem Solving è una locuzione inglese traducibile con espressioni quali “risoluzione di un problema”. Con essa ci si riferisce sostanzialmente alla capacità di risolvere in modo efficace una situazione complessa e/o imprevista.
Sul Problem Solving esistono libri e manuali e non si può certo pretendere di sviscerare l’argomento in un breve articolo, ma può essere interessante sottolinearne alcune caratteristiche che possono invogliare ad approfondire l’argomento.
2.Problem Solving: cos’è?
Alcuni autori definiscono il Problem Solving come un “meccanismo cognitivo che permette di superare un ostacolo in modo pratico e rapido” attraverso l’individuazione della soluzione più idonea a una determinata problematica.
In molte persone è una capacità innata, ma ciò non significa che non possa essere sviluppata e/o potenziata. Se sei interessato ad acquisire, allenare o migliorare questa competenza, scopri su Efficacemente come migliorare nel Problem Solving perché potrà tornarti molto utile sia in varie situazioni che caratterizzano la vita quotidiana sia, soprattutto, in ambito professionale.
3.Problem Solving: una soft skill
Il Problem Solving rientra nella categoria delle cosiddette “soft skill” altrimenti note come “competenze trasversali”; le soft skill sono essenzialmente delle “abilità personali” e si distinguono dalle “hard skill” ovvero le “competenze tecniche”, essenzialmente legate ai titoli di studio; queste ultime sono ovviamente molto importanti, ma in ambito professionale oggi molte organizzazioni danno una grande importanza alle soft skill.
Oltre al Problem Solving, altre tipiche soft skill sono le capacità decisionali, le abilità comunicative (sia scritte che orali), le abilità interpersonali, la creatività, l’empatia, la proattività, l’adattabilità, la flessibilità ecc.
4.Una capacità sempre più richiesta nel mondo del lavoro
In ambito lavorativo il Problem Solving è una delle soft skill più ricercate. Il motivo è intuitivo: è una competenza che consente di gestire e risolvere in modo mirato e rapido situazioni complesse e potenzialmente dannose. È del tutto ovvio che essere in grado di risolvere i problemi riduce i rischi, evita crisi più o meno pesanti e contribuisce all’innovazione.
È quindi un importante valore aggiunto per le organizzazioni che, come noto, oggi si trovano a operare in un contesto sempre più competitivo e ad affrontare sfide complesse.
Esistono varie classificazioni relative al Problem Solving; una di queste distingue tra quello analitico (basato su dati e numeri), creativo (si cercano soluzioni innovative) oppure collaborativo (implica un lavoro di squadra).
5.Le fasi del Problem Solving
Il Problem Solving passa attraverso alcune fasi; queste possono essere leggermente diverse a seconda del contesto, ma in linea di massima si possono indicare le seguenti:
- identificazione del problema: è essenziale capire quale problema genera una determinata situazione;
- analisi del problema: identificato il problema si devono scoprire le cause che ne sono alla base valutandone anche le conseguenze;
- generazione delle soluzioni: si identificano tutte le possibili soluzioni, anche quelle che all’apparenza sembrano impraticabili, dopodiché si effettua una loro valutazione basandosi sulla fattibilità e, ovviamente, sul rapporto costi/benefici;
- scelta della soluzione: si sceglie la soluzione che si ritiene più adatta fra quelle che sono state identificate con l’analisi precedente;
- implementazione della soluzione: si mette in atto l’azione necessaria alla risoluzione del problema;
- valutazione dei risultati: si valuta l’efficacia dei provvedimenti messi in atto e, se è il caso, si apportano eventuali modifiche.
Come si può immaginare questo approccio è importantissimo nel mondo del lavoro, ma può tornare decisamente utile anche in molti contesti extra-professionali poiché sono molte le problematiche, più o meno complesse, che caratterizzano la vita quotidiana.