Questi articoli, ordinatamente sistemati su una bancarella, erano identici nei dettagli alla confezione originale dei tester, ma la modalità di vendita e il prezzo anomali hanno suggerito una possibile contraffazione. I tester, generalmente forniti dalle case produttrici solo in caso di acquisti ingenti e non destinati alla vendita al dettaglio, avrebbero potuto facilmente ingannare i consumatori, attratti dal packaging apparentemente autentico.
Inoltre, la mancata esibizione dei documenti attestanti l’acquisto e le condizioni del venditore ha sollevato dubbi riguardo alla conformità alle norme sull’origine e la provenienza dei prodotti nonché alla tutela della proprietà industriale.
Nel corso dell’intervento, sono state rilevate sanzioni amministrative, che possono variare da 500 a 3.000 euro, poiché il titolare non era in possesso della licenza necessaria per la commercializzazione di prodotti soggetti ad accisa.
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