La contraffazione delle produzioni è una piaga che presenta, purtroppo, numeri importanti. Secondo un recente studio elaborato, all’inizio di quest’anno, dall’Ufficio Unione Europea della Proprietà intellettuale, il comparto del “falso” provoca perdite intorno ai 12 miliardi di euro per i settori che lo subiscono, e cioè capi di abbigliamento, calzature, giocattoli, cosmetici. Il settore dell’abbigliamento e delle calzature in particolare, soffre di una perdita pari al 5% a causa dei prodotti contraffatti. In Italia, si parla di 1,7 miliardi di mancate vendite, con un contraccolpo importante sui posti di lavoro perduti, che sono quasi 20mila.
L’imprenditrice Ornella Auzino, che opera nel comparto delle pelletterie, si occupa da tempo di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sugli effetti nefasti della vendita di prodotti contraffatti. “Oggi purtroppo -spiega- c’è stato un salto di qualità. Un tempo eravamo abituati a vedere prodotti con il logo di brand blasonati solo nelle bancarelle o in qualche punto vendita seminascosto. Oggi, invece, ci sono addirittura dei venditori che realizzano dirette social dove propongono scarpe, borse, accessori di ogni tipo assolutamente falsi”.
Una nuova frontiera, dunque, se vogliamo ancora più insidiosa. “Serve agire sui grandi attori globali, i management delle aziende dei social network, affinché collaborino per stroncare questo fenomeno. E’ un tema sicuramente che riguarda il governo italiano -ha proseguito- ma probabilmente bisogna allargare lo spettro all’Europa. Ursula von der Leyen ha dato il via al secondo mandato. Ecco, è necessario che tra le priorità ci sia una seria volontà di contrastare il mercato del falso, sia attraverso le normative sia attraverso il coordinamento anche tra forze di polizia per contrastare i traffici di questi prodotti”.