Si sono concluse a Roma le riprese di “Il Tempo è ancora nostro”, film per il grande schermo che porta la firma alla regia di Maurizio Mattia Merli, interpretato da Ascanio Pacelli, Mirko Frezza, Simone Sabani, Miguel Gobbo Diaz, Viktorie Ignoto e Andrea Roncato. La produzione è di Father and Son e Aurumovie. La Aurumovie è fra le società di produzioni appena nate più in gamba e dinamiche, creata da Alessandra Scardellato e Mattia Pantaleoni. Tanto che a giugno sarà presentato anche il loro cortometraggio “Doppia Vita”. Senza contare il premio a Venezia 2023 per un documentario sul carnevale della città lagunare.
Alessandra Scardellato, lei è una produttrice per caso, è corretto?
Io vengo da un altro ambiente. Mi sono avventurata nella produzione perché mio figlio, Mattia Pantaleoni, che è anche mio socio, è un esperto di riprese con il drone e steadicam. Abbiamo deciso di formare la Aurumovie e di concentrare sul cinema e sulla tv i nostri interessi.
In questi giorni eravate sul set con il film “Il Tempo è ancora nostro”. Di cosa si tratta?
E’ una storia interessante, l’amicizia di due ragazzi estremamente diversi tra loro. Uno borghese l’altro povero. Affronteranno diverse avventure nella loro vita, legate da una vera passione e un amore incondizionato per il golf.
Lo sport come legame indissolubile, è così anche nella vita reale?
Assolutamente sì. Se abbiamo deciso di accettare la proposta di Maurizio Mattia Merli di co-produrre questo progetto è perché siamo convinti che i valori dello sport siano alla base di una vita sana e rispettosa. In un mondo di violenze, dove anche il cinema purtroppo, e la tv, fanno la loro parte, è bello ogni tanto mostrare al pubblico un qualcosa di educativo, di distensivo.
Ma voi come Aurumovie avete fatto anche altre cose. Per esempio il documentario sul Carnevale di Venezia.
Sì, ed è stata una vera emozione essere premiati durante la Mostra del Cinema di Venezia per un lavoro in cui abbiamo creduto tanto. “Benvenuta Siora Maschera”, questo è il titolo, non è il classico documentario. Ma un vero e proprio viaggio nella storia di uno dei carnevali più famosi del mondo, con reperti storici unici, mai visti prima, e testimonianze.
A Roma, nel mese di giugno, presenterete “Doppia Vita”. Di cosa si tratta?
Anche in questo caso una produzione a cui noi teniamo tanto. E’ un corto sulla violenza contro le donne, tema molto attuale ma che merita la massima attenzione. Il microfilm non è violento nelle scene, ma intenso nel concetto. Quanto basta per cercare di dare una lettura drammatica a un fenomeno che è in continua crescita. E bisogna sensibilizzare tutti, soprattutto i giovani, per cercare di fermalo. Fra i protagonisti ci sono Luce Cardinale e Mirko Frezza.
Quindi è nato un sodalizio fra voi e l’attore romano?
Io personalmente lo stimo molto. Come artista e come persona. E’ stato proprio Mirko a presentarci il regista Merli, e da lì abbiamo deciso di collaborare anche in “Il Tempo è ancora nostro”. Siamo contenti, si tratta veramente di un film strepitoso. Che piacerà. Lo presenteremo a Venezia 2024.
Progetti futuri?
Intanto siamo alle prese con la presentazione di “Doppia Vita” a Roma, e per farlo stiamo valutando una sede istituzionale. Abbiamo anche sottomano la proposta di un altro lungometraggio con un famoso attore, molto amato dal pubblico, che si cimenterà in regia con la sua opera prima. E’ solo un ipotesi, ma la possibilità è concreta.