Durante la pandemia ha capito che l’Università non faceva per lei. Così da Siena, dove era iscritta a Mediazione Linguistica, è tornata nella sua Calabria. Ma è stata solo una tappa intermedia: oggi, il destino di Alessia Adornato va compiendosi nella città dove tutto sembra possibile, Roma. Nel cassetto il sogno di diventare attrice e doppiatrice, per dare voce ad una delle prossime eroine Disney.
Nella sua bio Instagram scrive: “State vedendo la serie tv della mia vita”. Che genere è?
Direi commedia, perché mi capitano spesso e volentieri cose buffe o assurde che mi fanno sentire come Emilia Clarke nel film “Io prima di te”.
Un’avventura assurda che le è capitata ultimamente?
A Capodanno. Volevo fare serata insieme ad un’amica di Bolzano: dovevamo andare in questo albergo un po’ lontano da casa mia ma confidavo nel fatto che ci fossero i mezzi. Poco prima di partire, scopriamo che di mezzi non ce n’erano, decidiamo allora di farcela a piedi ma… con i tacchi! Neanche due passi e cominciano a farmi terribilmente male i piedi, cominciano a sanguinarmi addirittura. Risultato? Mi sono fatta circa 4 chilometri a piedi, scalza! Al ritorno i piedi ormai non me li sentivo più. Ero disperata: il personale dell’albergo si è così impietosito che mi ha regalato un paio di ciabatte. In videochiamata un carabiniere a farmi da guida.
Riflessione seria: sono davvero così ostili le nostre città per le donne?
Molto, e non solo con il buio: io lavoro in un bar e la mattina devo quindi alzarmi presto. Un giorno ero sola in strada, quando mi si avvicina un uomo e mi tocca. Sono arrivata a lavoro sconvolta: da allora, purtroppo, porto sempre con me dello spray al peperoncino.
Al cinema questo è stato l’anno di Paola Cortellesi…
“C’è ancora domani” è un film molto emozionante: in particolare mi è piaciuta molto la scena del ballo tra lei e Valerio Mastandrea che ha detto, con grazia, più di quanto mille battute potessero dire. Ho apprezzato anche la scelta del bianco e nero ma mi viene da sorridere amaramente se penso che, nonostante sia passato molto tempo, alcune cose per le donne non siano affatto cambiate.
Miti a cui ti ispiri?
Tra tutte, Emma Watson anche per come è vicina alla questione femminile. L’ho conosciuta con “Harry Potter” chiaramente e da lì non ho più smesso di seguirla.
La passione per il cinema da dove viene?
Dai film Disney: quando ero piccolina sognavo di doppiare le protagoniste, Biancaneve, Cenerentola, Ariel. Ho iniziato a studiare recitazione durante la pandemia, prima solo da remoto. Da poco più di un anno mi sono trasferita a Roma dove, come le dicevo anche prima, tra un provino e l’altro mi mantengo facendo la barista.
C’è un aspetto del suo carattere in cui crede che lo studio della recitazione l’abbia migliorata?
Sicuramente ad essere più paziente, non una cosa da poco per una come me che voleva tutto e subito. E poi anche nell’ascoltare gli altri, io che spesso mi fisso sulle mie idee e difficilmente mi smuovi.