Quasi 12 milioni di persone (share del 67,8%) hanno partecipato al karaoke collettivo che da qualche anno è diventata la quarta serata del Festival di Sanremo, con i trenta Big (e loro ospiti speciali) impegnati nella reinterpretazione di classici che hanno fatto la storia della musica italiana ed internazionale.
Il voto combinato di Sala Stampa, Televoto e Radio premia a sorpresa Geolier, sul palco con Guè e i conterranei Luchè e Gigi d’Alessio. Solo seconda, tra i malumori della platea del teatro Ariston, Angelina Mango che con una versione riarrangiata de “La Rondine” porta a pieno compimento quel percorso di pacificazione con un cognome certamente ingombrante già iniziato durante “Amici”. In finale a Maria De Filippi disse: “Io sono Angelina Mango, non solo Angelina”. E ieri sera, la sua voce vestiva a pennello il Quartetto d’Archi di Roma, non avrebbe potuto ribadirlo meglio.
Medaglia di bronzo per Annalisa: il trasformismo a cui, anche a livello di immagine, ci ha abituati negli ultimi mesi, trova coerente culmine in “Sweet Dreams” degli Eurythmics. Il coro Artemia, che la accompagna sul palco insieme a La Rappresentante di Lista, richiama l’iconico look androgino sfoggiato da Annie Lennox nel videoclip ufficiale del brano.
Chiudono la Top5 della serata delle Cover di Sanremo 2024 Ghali (il medley “Italiano Vero” è un incisivo manifesto politico) e Alfa che insieme a Roberto Vecchioni trasforma “Sogna Ragazzo, Sogna”, in un intenso dialogo padre-figlio.
Clara-Spagna meglio di Villain-Nannini
Altro grande ritorno a Sanremo 2024, quello di Ivana Spagna: il duetto con Clara sulle note de “Il Cerchio della Vita” (canzone tratta dal classico Disney “Il Re Leone”) è convincente, emoziona senza sbavature e ci riscatta dalla piena delusione dell’accoppiata Rose Villain-Gianna Nannini: le due sembrano seguire ognuna il proprio spartito mentale, i tentativi di armonizzazione sono fragilissimi.
La musica è anche orgogliosa appartenenza territoriale: in questo senso vanno letti il medley tutto salentino di Alessandra Amoroso, con il booster Boomdabash, e la collaborazione tra Mahmood (che dedica l’esibizione alla mamma, originaria di Orosei) e i Tenores di Bitti su “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla.
Quando dici showgirl, dici Lorella Cuccarini
Per la serata delle Cover, Amadeus ha voluto accanto a sé Lorella Cuccarini. Dal palco dell’Ariston, la più amata dagli italiani, si è fatta anche ambasciatrice green scegliendo di re-indossare abiti che hanno segnato tappe importanti della sua trentennale carriera, con l’intenzione di rendere omaggio ad alcuni degli stilisti che hanno scritto pagine indelebili della moda italiana nel mondo: Dolce&Gabbana, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace e Roberto Cavalli.
“Mia madre era una sarta”, ha ricordato emozionatissima Lorella Cuccarini (che ha aperto la serata con un medley delle sigle dei suoi show più note), “la ricordo china giorno e notte sulla macchina da cucire. Ha fatto il lavoro che amava”.
E ancora: “Io da piccola volevo fare o il pompiere o la parrucchiera. Poi alla fine ho fatto altro”. E meno male, aggiungiamo noi mentre la vediamo scatenarsi con la Galleria durante il medley dei Ricchi e Poveri con Paola&Chiara. Perché quello che fa, lo sa fare benissimo.