A poche settimane dall’inizio della settantaduesima edizione del Festival della Canzone Italiana, in rete già impazza il FantaSanremo: anche Alessandro Cucinotta, che “Striscia la notizia” ha incoronato come uno dei sosia più credibili di Francesco Gabbani, ha deciso di scendere in campo con la sua squadra: “Il capitano della mia squadra sarebbe sicuramente Massimo Ranieri. Un artista poliedrico, come pochi ce ne sono oggi, capace di farti vivere emozioni senza tempo. Per la quota giovane punterei su Achille Lauro, che ho rivalutato positivamente, a cui riconosco una grande potenza interpretativa che sicuramente anche quest’anno ci sorprenderà e Mahmood e Blanco, una coppia che promette faville soprattutto nello streaming. E infine non posso non prendere in considerazione Iva Zanicchi ed Elisa. Due cantanti che, seppur diverse per generazioni, hanno in comune il fatto di essersi costruite una grande credibilità internazionale: basti solo pensare che Elisa scrive fluentemente in italiano e in inglese”.
Abbiamo parlato di artisti, adesso parliamo di canzoni: ce n’è una, nella storia del Festival, alla quale sei particolarmente legato?
Direi in assoluto “Portami a ballare” di Luca Barbarossa. A distanza di quasi trent’anni, sia che la ascolti sia che la canti, questa canzone è capace di emozionarmi e commuovermi come la prima volta.
Veniamo a Gabbani. Cosa hai pensato la prima volta che lo hai visto, “Oddio, sono io!”?
Alla sua prima apparizione riconobbi che tra me e lui c’era qualcosa di simile, ma all’epoca non portavo ancora il baffetto quindi tutto si riduceva a pochi tratti del viso e al taglio di capelli. Poi un giorno la mia insegnante di canto mi ha proposto di provare “Amen”, mi sentii così a mio agio su quel pezzo che decisi anche di farmi crescere il baffetto per vedere l’effetto sulla gente.
Risultato?
L’anno dopo, quando Francesco vinse con “Occidentali’s Karma”, sembrava davvero che ci fossi io su quel palco. Molti amici e parenti hanno cominciato a scrivermi su Whatsapp chiedendomi cosa ci facessi a Sanremo. (ride, ndr.)
L’accreditata somiglianza con Gabbani ti ha aiutato anche nel tuo lavoro di showman?
Sì, indubbiamente. Ti dirò di più: durante i miei show, faccio anche una sua piccola imitazione che la gente apprezza particolarmente. Tra i bisbigli, qualche coraggioso alla fine si avvicina e mi dice: “Ma lo sai che somigli tantissimo a Francesco Gabbani?”. Io sorrido, incasso il complimento e rispondo: “Sì, me lo dicono tutti. Anche quelli di Striscia la Notizia”.
ENRICO SANTAMARIA aka SANTY