Oggi riprendiamo una vecchia notizia per provare a capire quali saranno gli scenari futuri dell’economia alimentare del nostro Paese per l’anno nuovo. Ci siamo lasciati alle spalle un anno difficile sotto molti punti di vista, ma non per tutti i mercati. Dai dati diffusi dal Politecnico di Milano e dal suo Osservatorio dell’eCommerce è emerso come il 2020 sia stato l’anno di svolta per l ‘eCommerce durante il quale il settore food è “entrato a gamba tesa” presso le abitudini di consumo degli utenti e ha guadagnato un’ampia e inaspettata fetta di mercato.
Vendere cibo online, oggi, è differente
Gli shop più attenti al gusto delle tradizioni come saporideisassi hanno dovuto fare i conti con una domanda sempre più esigente, mettendo in campo strumenti per migliorare la logistica e offrire servizi accurati, celeri e trasparenti. Dopotutto spedire mozzarella di bufala DOC fresca non è esattamente come spedire un libro o un qualsiasi altro oggetto per cui la scalata dell’eCommerce Food ha incontrato non poche difficoltà.
Tuttavia stando ai dati raccolti dal Politecnico di Milano sembra proprio che la missione sia andata a buon fine e che il patrimonio enogastronomico Made in Italy abbia trovato nuovi canali di vendita anche in rete, uno spazio finora quasi mai destinato all’acquisto di cibo se non per food delivery da ristorante a consumatore.
I dati del grande balzo
Dopo l’esaurimento della spinta avuta con il lockdown la crescita degli eCommerce dedicati ai prodotti alimentari non accenna a diminuire, anzi, tutto il contrario. L’Osservatorio aveva previsto un “ulteriore balzo in avanti” anche per il 2021 e, difatti, con le feste natalizie a chiusura dell’anno il dato sembra essere più che confermato. Nel biennio della pandemia, quindi, il mercato ha visto una crescita tale di +1,1 miliardi di euro all’anno attestandosi su un valore complessivo di circa 2,4 miliardi di euro.
Senza il Covid-19 la crescita ci sarebbe stata comunque?
Secondo gli esperti del sopra citato osservatorio sì, ma con un epilogo molto più lento. Ciò che avrebbe spinto i consumatori a volgere l’attenzione verso i prodotti eno-gastronomici top di gamma provenienti dalla filiera corta nazionale non è tanto solo l’impossibilità di uscire di casa.
Difatti la pandemia ha formulato l’esigenza di nutrirsi meglio, di prendersi cura di ciò che portiamo in tavola e, quindi, di andare alla ricerca di ciò che è qualitativamente superiore per trasparenza degli ingredienti e genuinità delle materie prime.
Possiamo dire che l’emergenza abbia aiutato il food commerce ha gettare le basi per un roseo futuro del settore, spingendo l’offerta a investire nel digitale e a mettere in atto importanti investimenti in rete. Per i consumatori, invece, questo passaggio ha migliorato la consapevolezza verso i consumi e ha posto al centro delle loro attenzioni la centralità della salute umana attraverso l’alimentazione.
Enogastronomia e prodotti di nicchia
Enogastronomia e prodotti di nicchia dopo aver raggiunto un boom pari al +78% nel 2020 registrano aumenti più contenuti ma pur sempre migliori degli anni precedenti alla pandemia. Questo mercato si ferma vittoriosamente a +17% raggiungendo un valore complessivo di 750 milioni di euro con particolare vocazione per l’export.
Difatti le esportazioni coprono il 15% del valore complessivo totale venduto con particolari rendite da Stati Uniti, Asia e Paesi Europei in primis. Le sfide del mercato food online oggi si giocheranno tutte in ambito di sostenibilità e salute umana e ambientale.
Gli eCommerce dovranno rivedere le proprie logiche logistiche per fornire al consumatore prodotti freschi e genuini spediti attraverso formule a impatto zero. Visto l’incremento della consuetudine ad acquistare online i giganti della vendita in rete hanno già messo a punto tecniche di abbattimento dell’impronta inquinante derivante dalle consegne a cui, per forza di cose, dovranno unirsi anche i business di dimensioni inferiori.