Un telefono cellulare, perfettamente funzionante, è stato sequestrato nella Casa Circondariale di Vercelli dal personale di Polizia Penitenziaria. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Un detenuto italiano definitivo, ristretto per reati di furto, rapina con fine pena 2026, nello svolgere le proprie mansioni lavorative di porta pacchi colloqui – mansione che gli permette di accedere a zone esterne ai reparti detentivi – è stato sorpreso, a seguito di perquisizione del personale di Polizia penitenziaria, a introdurre all’interno dei reparti detentivi un telefono cellulare provvisto di carica batteria”, commenta il segretario regionale del SAPPE Vicente Santilli.
“L’ingresso illecito di cellulari negli Istituti è ormai un flusso continuo, ormai non si contano più i rinvenimenti ed i sequestri, posti in essere dalla Polizia Penitenziaria, grazie alle ridotte dimensioni di questi apparecchi le vie di ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre piu spesso vengono avvistati ed intercettati”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece. ricorda che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.
Per il SAPPE “è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale di Polizia Penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Vercelli e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”: per questo il primo Sindacato della Polizia auspica un intervento dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.