Adesso che è diventata anche la “musa” di Fabio Rizzo, uno dei più importanti fotografi della Capitale per il quale sta posando in vista del suo prossimo libro, Ginevra Paolini sembra davvero non volersi più fermare. Lei, che vive nel quartiere Prati di Roma, nella vita di tutti i giorni è una libera professionista nel campo del design dopo aver lavorato come imprenditrice nel mondo dell’architettura e della ristorazione. La ruota della vita è girata, l’ha avvicinata al piacere di realizzare cose belle, e Ginevra ha declinato questa passione su se stessa iniziando a posare e a girare l’Italia in lungo e in largo per sperimentare e realizzare progetti fotografici mai banali. L’ultimo, tuttora in corso, la vede persino co-protagonista di un volume fotografico che verrà editato da uno dei principali editori librari italiani. Ma non è finita qui. La provocazione le piace, la curiosità la affascina. Appena trova il tempo, eccola finire davanti all’obbiettivo. Ma la storia di Ginevra non è banale. Proviene da una “ottima” famiglia della Capitale, ha una cultura e un’educazione che le hanno fatto vivere i “piani alti” della Città. In apparenza, avrebbe dovuto continuare a vivere senza particolari sussulti. Poi, però, passati gli “anta”, ha voluto compiere una scelta controcorrente. La fotografia è diventata il suo pane quotidiano. “Ho un debole per tutto ciò che è esteticamente gradevole, sarà per quello che interpreto la fotografia come una ricerca introspettiva” racconta Ginevra, esperienza da vendere e qualche traguardo ancora da realizzare. “Io sono qui, gli anni non centrano: la fotografia è espressione di emozioni non certificate da una età anagrafica”.
E, infatti, appena le norme lo hanno permesso tu sei tornata a scattare.
Questa per me ormai non è più una semplice passione, ma è un modo per raccontarmi agli altri, per trasmettere qualcosa di me stessa. Mi trovo bene col mio corpo, ho il giusto feeling in termini di seduzione, di provocazione, di divertimento e di naturalezza. È tutto straordinariamente affascinante.
Più di venti shooting nel solo 2021, qualche centinaio dall’inizio della tua carriera.
Sono numeri importanti, ho la pelle d’oca se ripenso a tutte le esperienze vissute. Ho iniziato questa avventura semplicemente perché mi divertiva e perché ho avuto la fortuna di trovare una persona che mi ha saputa far crescere.
Eppure lo abbiamo detto, Ginevra non “nasce” fotomodella…
All’infuori del set, non mi piace né essere guardata né sentirmi osservata. Nessun motivo di puro esibizionismo mi ha portata sul set, bensì il desiderio di scoprire un’arte. La fotografia per me equivale alla pittura, alla scultura, alla scrittura. Trasmette emozioni, lascia sensazioni indelebili. Ed io, che sono malata di arte, ho trovato qualcosa di autenticamente magico.
In questo ha influito anche la città di Roma?
Sì, chi vive Roma vive immerso in un luogo in cui tutto è affascinante, ovunque ci si giri e ci si volti. Si è predestinati ad ammirare il bello. Ecco perché, anche oggi, adoro che i miei scatti siano contestualizzati in luoghi emozionanti, laddove il corpo si interseca con l’atmosfera nel quale è collocato.
In qualche modo, la fotografia era nel tuo dna.
Da bambina ho realizzato alcuni scatti per un noto brand di abbigliamento, ho partecipato ad alcune sfilate e mi sono tolta delle piccole ma importanti soddisfazioni. Oggi dico che vorrei realizzare qualche fotografia in luoghi esotici, nel deserto, nel bel mezzo di una natura incontaminata in cui regnino flora e fauna. Ma ho anche altri sogni fotografici: essere immortalata in costumi d’epoca in luoghi suggestivi della nostra bella Italia o essere ritratta in boudoir bianco-nero, una tecnica sopraffina.
Insomma, la voglia di sperimentare non manca.
Forse proprio questo è il segreto del mio successo: appaio sul set come sono nel quotidiano. Nessun trucco, nessun inganno. La fotografia immortala quel che sono realmente.
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