Da conduttrice ad autrice il passo può essere breve, ma è tutt’altro che scontato. Nel caso di Eleonora Rossi, prova superata a pieni voti. D’altronde, per lei il giornalismo è qualcosa più di una passione. Pare quasi una missione, un dono che le permette di raccontare storie provenienti da ogni parte e da ogni settore. Basta vederla davanti alle telecamere per capire quanto si diverta e quanto le piaccia essere lì, sotto i riflettori, a parlare col pubblico a casa. La sua carriera è iniziata prestissimo, a soli 21 anni. I primi lavoretti per una emittente locale della Lombardia, la curiosità di scoprire qualcosa di nuovo. “Se è stato amore a prima vista non lo so, di certo c’è che oggi sono ancora qua…” racconta Eleonora, status di studentessa tutt’ora in corso, un programma in onda sulla Piattaforma Sky che porta emblematicamente il suo cognome “Rossi Var”. Un pizzico di sano egocentrismo per far vedere che lei non è solo la bella statuina da sfoggiare su uno sgabello, ma ha testa e cuore per andare oltre l’ostacolo.
Cosa significa raccontare lo sport attraverso la televisione?
Emozione, passione e tanta fatica. Per me è questo. Non è facile, bisogna essere costantemente sul pezzo. Bisogna curare la trasmissione in ogni sfaccettatura perchè il mio programma, che pure è calcistico, vuole affrontare senza remore tutti gli aspetti etici, sociali e psicologici che girano attorno a questo grande mondo.
Insomma, ogni puntata è un accumulo di esperienza.
Proprio così: continuo a studiare tenendo il cervello acceso e imparo ogni giorno cose nuove. La storia del calcio è ricchissima di aneddoti, alcuni anche divertenti, mi piace analizzarli e capire il perché del loro verificarsi. Trovo sia bello e anche interessante farsi domande, un viaggio che continua e mi regala tante belle sorprese insieme agli ospiti che partecipano ogni giovedì e venerdì sera.
Da co-conduttrice ad ideatrice e autrice: un percorso nel quale hai bruciato le tappe…
Nel 2019 mi venne offerta la possibilità di avere un mio programma: idearlo, curare l’aspetto autorale e condurlo. Un tris allucinante. Non nego che all’inizio ero molto preoccupata, avevo 22 anni e mezzo quando accettai l’ingaggio e sapevo che mi sarei trovata a lavorare con persone molto più adulte di me ma soprattutto con molti più anni di esperienza nel settore.
Eppure, oggi, “Rossi Var” è un appuntamento fisso per i calciofili…
Il segreto, forse, sta nell’approccio. Accettai l’incarico ma con la mia personale decisione condivisa dai piani alti di affrontare tematiche che andassero al di là del semplice calcio giocato, una scelta che rispecchia il mio modo di scrivere testi e anche un principio di marketing tale per cui la differenziazione… fa la differenza.
E così, ecco Eleonora Rossi nei panni di conduttrice.
Nel 2020, esattamente il 24 settembre, è andata in onda la prima puntata della nuova edizione che va in onda su Mschannel, canale 814 di Sky. Siamo un team molto affiatato e ce la mettiamo tutta. Sono molto commossa a vedere tutti gli addetti ai lavori che si impegnano costantemente per “Rossi Var”, davvero moltissimo.
Che esperienza è la tv?
Ci si mette in gioco. L’unica differenza è che mentre lo fai… c’è una telecamera con qualche centinaio di anime che ti guardano seduti comodamente sulla loro poltrona preferita. Mi fa un po’ impressione quando ci penso, però cerco di non pensarci. Per me è lavoro, che amo immensamente certo, ma pur sempre lavoro. Ecco, forse mi sento addosso una piccola grande responsabilità: quella di riempire il tempo di chi mi guarda. Cerco di entrare nelle case di ognuno di loro in punta di piedi, con molta umiltà. Penso che il bene più prezioso che esiste sia proprio il tempo e riflettere sul fatto che le persone mettono a disposizione il loro per vedere il mio programma mi gratifica molto e mi spinge a migliorare costantemente.
Quanto è curata la tua immagine?
Intanto l’abito fa il monaco. Non solo in questo settore, ma in tutti quelli lavorativi. Mi piacerebbe condurre in tuta e pantofole ma rispetto estremamente il luogo in cui mi trovo, credo inoltre sia importante avere una certa presentabilità. Lo devo a chi mi segue e al mestiere che faccio. Per quanto riguarda la cura personale dell’immagine, confesso che sono molto senza forzature. Faccio quello che mi fa stare bene, anche nel campo dell’immagine.
Quanto è decisiva l’immagineai fini del successo?
Il contenitore è importante e anche molto, ma il contenuto vince. Per dirla in altri termini: se il contenitore è 10 ma il contenuto è 4, allora niente da fare. E poi non dimentichiamoci che il contenuto può solo migliorare con l’andare degli anni, mentre il contenitore tende ad avere l’andamento contrario.
La tua nuova avventura di autrice è ormai iniziata: come proseguirà nel 2021?
“Rossi Var” andrà avanti fino a giugno. Ci sono poi tanti progetti che dovevano partire prima che la pandemia ci spezzasse le ali e i sogni a tutti quanti, ma sono fiduciosa. Vorrei che il 2021 fosse l’anno della rinascita. E quindi, Ad Maiora…
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