Appuntamento a Venezia il prossimo 11 Settembre, alle ore 19.00, per ricordare i 50 anni del cult movie “Lo chiamavano Trinità”, che proprio in questo 2020 festeggia il traguardo del mezzo secolo di vita.
L’organizzazione, sotto l’egida morale della Città di Venezia, in collaborazione con l’Associazione Veneziana Albergatori e l’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS, è in concomitanza con la Mostra del Cinema di quest’anno, e l’evento culturale prodotto ha come titolo “Lo chiamavano Trinità” – Racconti da una magia (1970/2020).
Grazie all’accoglienza nello storico e prestigioso CA’ SAGREDO HOTEL *****L per volontà del suo Direttore Generale Lorenza Lain, gli ospiti che si saranno prenotati incontreranno e sentiranno dal vivo ospiti d’eccezione, legati indissolubilmente a quell’indimenticabile successo internazionale : lo sceneggiatore, regista e scrittore Marco Tullio Barboni ( figlio di quell’ Enzo Barboni/ E. B. Clucher, che Trinità lo scrisse e lo diresse, inaugurando una pagina indimenticabile del nostro Cinema) e il produttore cinematografico, sceneggiatore e regista Giuseppe Pedersoli (figlio di quel Carlo Pedersoli/Bud Spencer amatissimo protagonista nello Sport prima e nel Cinema poi).
Una intervista pubblica ai due figli d’Arte tra ricordi, fotografie e qualche pillola video sarà curata dalla giornalista nonchè Presidente dell’Occhio dell’Arte APS Lisa Bernardini, che coordinerà una narrazione-testimonianza della profonda amicizia dei rispettivi padri, continuata poi nella generazione dei figli.
Nel film, ricordiamo che Terence Hill è l’eponimo Trinità, scanzonato pistolero vagabondo, che, riunitosi al fratello fuorilegge interpretato da Bud Spencer, si trova inaspettatamente preso tra le mire dell’avido proprietario terriero Hartmann e la comunità di pacifici mormoni che ne ostacolano i piani. Invaghitosi delle belle figlie del capo della comunità, Trinità decide di prendere le parti dei religiosi; ne segue una serie di situazioni tipiche del genere, tra colossali mangiate e scazzottate, a creare un formato dal grande successo di pubblico, fino a oggi.
Marco Tullio Barboni svelerà aneddoti nascosti legati al set e vissuti in prima persona, perché esordi’ appena diciottenne in qualità di secondo aiuto regista. Racconterà dettagli, particolari, episodi di quel Film che sono sconosciuti al grande pubblico poiché relativi al back stage, e descriverà l’importanza magica di alcuni incroci del caso che hanno portato alla creazione di un amatissimo capolavoro di Cinema famoso ovunque sin dagli esordi.
Tanti gli aspetti che come per magia si sono incrociati ed hanno dato vita ad una alchimia unica. “Lo chiamavano Trinità” vide in primis l’esordio del celebre duo Bud Spencer/Terence Hill, voluto dall’intuizione di Italo Zingarelli che produsse il copione rifiutato per mesi dagli altri produttori, prevedendo per primo il potenziale popolare della formula “western + cazzotti = risate”. Nel set di quel film, tutto è stato perfetto: gli attori, i costumi, i trucchi, gli stuntmen, per non parlare della colonna sonora di un allora esordiente Franco Micalizzi. Il Fato ha giocato un ruolo determinante per il successo di “Lo chiamavano Trinità”, e durante l’incontro se ne capiranno bene i motivi.
Giuseppe Pedersoli, dal canto suo, svelerà aspetti pubblici e privati dell’ amato padre, descrivendone il carisma ed il carattere sfaccettato da uomo imprevedibile e dal temperamento affascinante, dotato per natura di prestanza fisica e talento, celebrato con affetto in ogni parte del mondo.
Sarà nella dorata Sala della Musica che si svolgerà l’incontro, con una acustica perfetta, fra gli innumerevoli affreschi attribuiti a Gaspare Diziani che rivestono completamente le pareti, tra finte nicchie con dentro le figure monocrome di Minerva, Nettuno, Cibele, Marte, Venere, Mercurio, Giunone e Giove, e con il soffitto dal quale, entro una finta balaustra, appare Apollo sul carro del sole circondato dagli altri dei dell’Olimpo mentre fa precipitare i vizi capitali.
La cornice ospitante, impreziosita anche dal soffitto dal quale scendono splendidi lampadari in preziosa foglia d’oro (mentre sul pavimento campeggia grandioso lo stemma araldico della casata dei Sagredo), vedrà l’accoglienza degli ospiti da parte dell’ Assessore della Città di Venezia Simone Venturini e di Claudio Scarpa, Console Onorario dell’Uruguay a Venezia nonché Delegato per il Veneto del Grupo Consular de America Latina che ha patrocinato l’importante iniziativa. Tra il pubblico, presenzieranno anche un’altra figlia di Bud, Diamante Pedersoli, nella vita apprezzato architetto ed interior design, e la produttrice Gaia Gorrini (che di Bud è nipote).
Ringraziamenti doverosi per il supporto morale, tecnico e mediatico all’ Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi, all’ Associazione Compositori Musica per Film, all’eccellenza imprenditoriale italiana Damiana Fiorentini Gioielli, a Colonne Sonore – in particolare a Massimo Privitera e ad Andrea Rurali (Direttore di Cineavatar) – e a Gp Magazine.
ENRICO SANTAMARIA aka SANTY