Bella, elegante, donna. Veronica Rossi è un emblema di sensualità e femminilità. Una splendida 44enne che nella vita ha scoperto presto (forse, troppo presto…) il mondo della fotografia al quale è tornata ad avvicinarsi di recente. La sua è una storia di messaggi forti ed emozioni intense. Oltre che di scatti capaci di far sognare…
Partiamo dalle presentazioni: chi è Veronica Rossi?
Ho 44 anni e sono nata in una cittadina ligure tra mare, monti e campagne. Mi sono però trasferita a Milano subito dopo il liceo, per studiare Relazioni pubbliche e Pubblicità. Non me ne sono mai più andata, perché nonostante la natura mi manchi da impazzire ho trovato la mia dimensione ideale in una città dai ritmi frenetici e dall’apertura mentale più ampia. Lavoro da allora: fiere, eventi, collaborazioni con agenzie di moda, comparsate nelle trasmissioni televisive dell’epoca e poi via via lavori più solidi legati ai miei studi, in agenzie di pubblicità. Per molti anni ho anche insegnato in diverse palestre, avendo da sempre una forte passione per fitness e sport in generale. Diciamo che non mi piace stare con le mani in mano e ho sempre fatto diverse cose. Ancora oggi, che ho un lavoro a tempo pieno che mi soddisfa totalmente, faccio quotidianamente i salti mortali per poter portare avanti anche altre attività, legate soprattutto al mondo della fotografia e dell’immagine.
Come inizia la tua simbiosi con la fotografia?
La mia avventura inizia… 25 anni fa! Arrivando a Milano per studiare all’Università, venivo fermata come si usava fare in quel periodo dagli scouter delle agenzie, e mi sono ritrovata praticamente subito a girare per studi fotografici e i casting più disparati. E’ un mondo che mi appassiona fin da bambina, mi interessava tutto, dagli aspetti più legati alla comunicazione a quelli dell’immagine ed ero entusiasta di fare la hostess alle fiere come di partecipare come figurante in qualche trasmissione televisiva. Più di tutto mi affascinava la moda, ma la mia statura assolutamente normale ovviamente mi limitava. Soprattutto, mi faceva sentire poi in difetto anche in altri ambiti per cui ho vissuto quel periodo non con la gioia di fare tante belle esperienze ma con un forte senso di inadeguatezza che mi ha creato problemi anche seri.
Eppure, è rimasta nella tua quotidianità nonostante mille traversie…
Negli anni mi sono dedicata sempre di più alla mia attività principale e allo sport, nel frattempo diventato un secondo lavoro. Nella mia lotta per trovare un equilibrio personale più forte non c’è più stato spazio per la fotografia né null’altro, per anni ho sepolto tutto nel dimenticatoio. A un certo punto, qualche anno fa, complici i social e complici proposte che arrivavano spontaneamente, ho deciso di rimettermi in gioco. Un doppio percorso parallelo, quello personale e quello fotografico, che mi hanno portato a una maggiore consapevolezza. Paradossalmente, il senso di inadeguatezza dei 20 anni a 40 è scomparso, e oggi posso dire di scegliere solo ciò che mi piace e di affrontarlo sempre con entusiasmo, consapevolezza e professionalità.
Ed ecco che si sono aperte nuove porte…
La prima foto che mi ritrae in posa è una polaroid in cui avevo pochi mesi, a malapena stavo seduta ma avevo il broncino impostato e il dito smorfiosamente appoggiato sull’angolo della bocca. In famiglia sono stata presa in giro innumerevoli volte per questo! La mia “carriera” ha due capitoli: il primo da ventenne, in cui le possibilità aperte erano anagraficamente maggiori ma il timore del giudizio, del confronto, del risultato erano molto forti e talvolta bloccanti; il secondo da quarantenne, dove la carta d’identità preclude alcune strade ma una maggiore consapevolezza unita alla voglia di mettersi in gioco rendono paradossalmente molto più facile e appassionante lavorare. In questo secondo capitolo, il fatto stesso di muoversi in questo tipo di attività è di per sé un mettersi in gioco quotidiano.
Ci sono momenti importanti di questa tua avventura?
Do un valore molto personale alla parola “importante”, la lego soprattutto a cosa mi resta in termini emozionali. Tra le esperienze del passato, sicuramente la prima sfilata in un bellissimo contesto di mare, e un concorso vinto. Della mia “fase 2”, la prima sfilata dopo tanto tempo, la prima pubblicazione su una rivista di fotografia americana, la copertina su una rivista del settore per cui lavoro nella mia vita “normale”. Questa copertina è stata importante proprio perché per me ha significato unire idealmente tutte le mie attività professionali e passioni in un tuttuno sensato. La mia passione, il mio lavoro, la mia natura è comunicare. Farlo con le parole, con la pubblicità, o con il corpo sono solo strumenti diversi.
Cos’è per te la fotografia?
Sia nel passato sia oggi, passare da uno shooting all’altro soprattutto se non si fa solo quello porta sicuramente via tempo a tante cose e persone, e non sempre è semplice spiegare a chi ci sta vicino la propria realtà. In cambio però ho avuto molto anche in termini di professionalità riportabile in qualsiasi ambito: puntualità, disciplina, disponibilità. Il fatto di continuare a gravitare in questo settore mi ha anche sicuramente incentivata ad aver sempre molta cura di me stessa e condurre una vita sana.
Cosa si perde chi non ci prova?
Direi per prima cosa la possibilità di acquisire profonda consapevolezza di sé, di saper valorizzare i propri pregi tenendo presenti i difetti ma senza colpevolizzarsi per essi, di raggiungere una capacità comunicativa più ampia. Per quanto riguarda me, mi butto e mi butterò sempre e comunque, in tutto ciò che mi piace, con passione. Non c’è una ragione razionale, è stato sempre così e basta.
Che rapporto hai con i social?
Ho con i social un rapporto estremamente sereno. Ho studiato prima e lavorato poi in ambito comunicazione, per cui sotto quel punto di vista sono stata da subito interessata ad ognuno come strumento di comunicazione in sinergia con gli altri. A livello personale li ho accolti con entusiasmo, sono sempre stata fin da bambina un “animaletto sociale” armato di penna, lettere infinite e polaroid in mano. Sento molto seriamente il problema privacy, ma la mia personale risposta è un uso cosciente dei social, che non prevede da parte mia la pubblicazione di foto o informazioni che non desidero diffondere. Banalmente, condivido con il “mondo” solo ciò che voglio far sapere.
Perché ti sei messa in gioco sui social?
Il mio interesse è principalmente comunicare messaggi positivi e voglia di vivere, influenzare positivamente l’umore di chi guarda e legge, molto più che fargli comprare un barattolo di vitamine o un vestito. Sulle mie pagine vedete e vedrete sempre e solo ciò che sinceramene mi piace.
Che immagine vuoi veicolare sui social?
Vorrei veicolare l’immagine di una donna libera, consapevole di sé e con una gran voglia di vivere, non assoggettata a nessuna età al giudizio degli altri. Mi piace molto l’eleganza, prima di tutto nei modi, portata nel quotidiano, trovo che non necessariamente l’eleganza si leghi a contesti e look da diva di Hollywood ma che un certo modo di sorridere, di guardare, di muoversi, possa caratterizzare una donna in qualunque momento e contesto. Dei social mi piace il fatto che siano uno strumento che dà a tutti infinite possibilità e libertà di espressione. Mi infastidisce che proprio in virtù di questo spesso finiscano per fare da cassa di risonanza ad opinioni o atteggiamenti come minimo discutibili.
Tu e lo spettacolo: che rapporto c’è?
A domanda diretta risposta diretta: non ho mai avuto ruoli di rilievo né in cinema né in tv. Sogni ne ho ancora, sì. Condurre un programma televisivo e finire su una delle mie riviste preferite.
Che donna sei nel quotidiano?
Ho una mia dose di esibizionismo, nonostante di base mi piaccia restare nei limiti dell’eleganza. Mi piace in qualunque occasione avere addosso qualcosa che mi valorizzi senza essere volgare, ma che si noti per qualche particolare. Odio il vestire “da signora” tanto quanto le scollature esagerate. Piuttosto, un tubino aderente il giusto e un tacco 13 senza pietà.
Progetti che bollono in pentola?
Tra 10 anni potrei essere su questa sedia o dall’altra parte del globo, il che è il bello della vita. Spero per allora di aver avuto ancora qualche soddisfazione e magari avere un figlio. Progetti nel breve, spero di portare a buon fine una collaborazione con un’agenzia a cui tengo molto, per cui incrociate le dita.
CREDITS FOTOGRAFICI
Ph. Pietro Manelli
Ph. Ilaria Ghirotti
Ph. Roberto Grey
Ph. Alessandro Businaro
Ph. Maurizio Ruggerini
Ph. Valentino Frigerio
Ph. Corrado Lauretta
Ph. Gianluca Basso
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Instagram @verothedreamer